Sezione: Conservazione degli alimenti

Quali sono i problemi di ordine igienico-sanitario legati all'utilizzo delle plastiche?

Le materie plastiche sono essenzialmente dei composti macromolecolari - un'unica enorme molecola - costituiti dai cosiddetti "polimeri" di sostanze organiche - composti del carbonio -.I polimeri derivano dall'aggregazione di un gran numero di molecole organiche denominate "monomeri", i quali a loro volta sono sintetizzati, in genere, dal petrolio o dal metano, in piccola misura dal carbone. A seconda della loro composizione e del grado di polimerizzazione - grandezza e ramificazione della macromolecola - le materie plastiche hanno differenti comportamenti chimico-fisici e si prestano a differenti utilizzi.Sotto questo aspetto, le plastiche si distinguono in quattro gruppi:materiali termoplastici, che rammolliscono ripetutamente col calore e si induriscono col raffreddamento;materiali termoindurenti che una volta induriti non possono più essere rammolliti;materiali elastomerici, che si presentanoelastici e gommosi a temperatura ambiente;materiali termoelastici, che divengono elastomerici a temperature superiori al loro ambito di impiego.

Le caratteristiche sopra ricordate permettono di sostituire con materia plastica materiali più pregiati, con evidente vantaggio economico.Il vetro, il legno, l'acciaio e la carta possono essere efficacemente sostituiti dalla plastica per la fabbricazione di bottiglie, mobili, parti di aereo, contenitori e involucri vari, materiale per costruzione, ecc.Purtroppo, non sempre questo materiale è così innocuo come si credeva in un primo tempo. I problemi di ordine igienico-sanitario legati all'utilizzo delle plastiche sono essenzialmente due: il monomero di partenza e gli additivi; lo smaltimento.Molti monomeri, infatti, sono sostanze cancerogene, cioè sono in grado di provocare forme tumorali, sia nell'animale che nell'uomo.ciò vale, ad esempio, per il cloruro di vinile, prodotto di partenza del PVC; per lo stirolo, utilizzato nella sintesi del polistirolo; per l'acrilonitrile, base chimica delle resine acriliche.

Dal momento che quantità  più o meno importanti di monomero rimangono libere nel prodotto plastico finale, esso non è affatto inerte, ma è in grado di cedere all'ambiente sostanze chimiche potenzialmente molto pericolose. Se si tiene conto che materiale plastico viene largamente utilizzato per gli involucri alimentari, e che quindi queste sostanze chimiche possono essere cedute agli alimenti, si comprende la gravita del problema.Lo stesso discorso vale per alcune sostanze chimiche aggiunte alle plastiche per conferire loro particolari caratteristiche, e denominate additivi, plastificanti, acceleranti, eccetera.Alcune di queste sostanze vengono cedute all'ambiente. Ad esempio, si è fatto largo uso, come plastificante, del PCB, sostanza estremamente tossica e che veniva ceduta in quantità  pericolose ai grassi degli alimenti.Attualmente al PCB, come plastificante del PVC, è stato sostituito il DOP, altrettanto pericoloso, perchè cancerogeno sperimentale.

Per quanto riguarda lo smaltimento, si è ben presto scoperto che le plastiche sonosostanze praticamente indistruttibili e che, se bruciate, danno origine a composti estremamente tossici, specie se nelle molecole del monomero è presente il doro. ciò ha causato gravi problemi di smaltimento; la diossina che viene emessa dagli inceneritori di rifiuti origina dalla combustione di plastiche contenenti doro. La tendenza produttiva attuale è quella di perfezionare al massimo il processo di sintesi, eliminando i residui di monomero dal prodotto finito, e di limitare l'uso del PVC.Purtroppo questo intervento è limitato ancora ai prodotti di pregio, utilizzati ad esempio per alimenti, e non riguarda tutti i materiali.

Autore: Redazione Medicina33.com