Sezione: Alcolismo

Quale è la sintomatologia ed il decorso dell' intossicazione acuta da alcool? Cosa si intende per ubriachezza semplice, complicata e patologica?

La sintomatologia ed il decorso dell' intossicazione acuta da alcool, consistono nell'ubriachezza, che altro non è se non la conseguenza diretta ed immediata dell'ingestione di grosse quantità  di bevande alcooliche in una sola volta. Dallo stato di ubriachezza semplice, se ne distingue uno di ubriachezza complicata, che si differenzia dal primo quantitativamente, e che è in rapporto sia con particolari situazioni esterne, sia con le predisposizioni costituzionali dello individuo. Vi è poi lo stato di ubriachezza patologica, che differisce dalla semplice qualitativamente.

Ubriachezza semplice o fisiologica
É quella che si riscontra per lo più in individui normali. Essa è caratterizzata da un affievolirsi dei processi psichici più elevati dell'inibizione, da un abbassamento delle capacità  percettive, di comprensione, di critica e di elaborazione mentale, presenta un stato di euforia e di eccitamento psicomotorio.In genere l'individuo in questo stato di ubriachezza è di umore allegro, è loquace, spesso chiassoso e rumoroso, è privo di inibizioni; canta, ride, fa discorsi di genere erotico e scurrile, è arrogante, prepotente, impulsivo, quindi imprudente e rissoso. Le sue percezioni sono confuse, il livello di comprensione è molto basso, manca assolutamente di critica ed autocritica, i suoi processi mentali sono distorti ed illogici. L'umore, che nella maggioranza dei casi è appunto allegro, a volte può essere depresso, e ad esso si collegano sintomi di rallentamento psicomotorio. Nei casi più gravi in cui l'indebolirsi dei poteri inibitori e le alterazioni nella sfera intellettiva si presentano maggiormente estesi e profondi, si può avere anche un certo offuscamento della coscienza. Dal punto di vista fisico, nei casi più gravi è presente un inceppamento delle funzioni motorie: il parlare diviene lento, strascicato, a volte disarticolato.

Un caratteristico disordine è presente nel modo di camminare: le gambe sono divaricate, l'individuo barcolla, oscillando da un lato e dall'altro in senso obliquo. Col progredire dello stato di ebrezza, l'ubriaco è sempre meno in grado di camminare, finchà© è addirittura incapace di reggersi in posizione eretta da solo.Contemporaneamente a questo, si verifica lo aumento della frequenza del battito cardiaco, della profondità  del respiro, della vasodilatazione cutanea e della secrezione gastrica.Per tutta la durata dello stato di ubriachezza è possibile mettere in evidenza la presenza dell'alcool nel sangue, nelle urine .

Tale stato non dura più di dodici ore dall'ultima assunzione di sostanze alcooliche, e si conclude generalmente con un lungo e profondosonno, da cui l'individuo si risveglia con un ricordo confuso e parziale di quanto è accaduto durante lo stato di ebrezza; il suo umore è pessimo, egli è irritato e depresso, accusa mal di capo violento ed uno stato di profonda debolezza, fiacchezza e prostrazione, ragioni per cui è spesso spinto a riprendere subito l'assunzione dell'alcool per risollevarsi appunto da tale stato di depressione.In alcuni soggetti, quali psicopatici, epilettici, traumatizzati cranici, alcoolisti cronici, e nei debilitati esiste l'intolleranza verso l'alcool. Questo si nota quando lo stato di ebbrezza si presenta anche in seguito all'assunzione di minime quantità . É da tenere presente che anche l'ingestione di taluni farmaci può causare l'intolleranza. Tra questi farmaci si possono menzionare: l'acido salicilico, (ad esempio l'aspirina), l'idrazide dell'acido nicotinico, gli inibitori delle mono-aminossidasi, i barbiturici, e pirazolonici ed i sulfamidici. Vi è infine intolleranza in soggetti gastroresecati: essa in questo caso è dovuta al rapidissimo assorbimento della bevanda alcoolica da parte del restante intestino. Non necessariamente, comunque, l'assunzione di alcool da parte di soggetti intolleranti, comporta in questi ultimi il sopraggiungere di uno stato di ubriachezza abnorme.

Sui caratteri e sulla intensità  della sintomatologia dell'ubriachezza influiscono molti fattori, primi fra tutti la quantità  di alcool ingerito, la qualità  delle bevande alcooliche, la diluizione alcoolica, le modalità  dell'ingestione (se cioè essa avviene a digiuno oppure durante i pasti) e poi i caratteri della personalità  del bevitore (in genere abusi minimi provocano uno stato di eccitazione, mentre quelli maggiori uno di depressione).Esiste un certo rapporto anche tra la quantità  di alcool presente nel sangue e le manifestazioni psichiche. Negli ultimi decenni l'interesse medico-legale riguardo all'ubriachezza semplice è notevolmente aumentato. Grazie infatti ad una raccolta di dati si è potuto mettere in rapporto tale stato di ubriachezza con la mancata idoneità  a condurre mezzi di trasporto e con la responsabilità  negli incidenti stradali; infatti i disturbi nel coordinamento dei movimenti, della esatta percezione dei colori, delle capacità  di critica, il rallentamento dei riflessi e la mancanza di inibizioni, che conducono ad una visione euforica ed in questo caso imprudente delle situazioni, sono ritenuti più frequente di quanto si possa pensare, responsabili degli incidenti stradali.

Ubriachezza complicata: anche questa è una forma di intossicazione acuta che differisce dall'ubriachezza semplice a causa di una maggiore intensità  dei fenomeni di eccitamento e delle manifestazioni di paralisi delle funzioni del S.N.C. L'eccitazione insorge improvvisamente ed è violentissima inducendo il soggetto ad azioni fuori del suo carattere e che quindi non compirebbe mai in momenti di lucidità . Successivamente si ha un offuscamento della coscienza che può essere talora interrotto dalla ripresa brusca dell'eccitazione.Nella maggioranza dei casi la memoria dell'episodio è molto vaga e talvolta completamente assente;nel corso della ubriachezza complicata possono manifestarsi nell'ubriaco allucinazioni, ed egli può essere soggetto a momenti di delirio o addirittura a tentativi di suicidio.

Ubriachezza patologica: questa forma di ubriachezza si distingue dalla precedente per il modo di insorgere dell'eccitamento e dei disturbi della coscienza, che in questo caso sono improvvisi e si manifestano in soggetti predisposti psicologicamente, anche in seguito all'ingestione di piccole quantità  di alcool od a stimoli emozionali che si aggiungono all'azione dell'alcool. Generalmente sono colpiti da questo tipo di ebbrezza gli isterici, gli epilettici, gli alcoolisti cronici o persone dedite da lungo tempo all'assunzione di abbondanti quantità  di bevande alcooliche; vi sono inoltre i malati mentali come, ad esempio, i dementi senili, gli schizofrenici, i maniacodepressivi, i dementi paralitici, etc.L'ubriachezza patologica è caratterizzata da un forte offuscamento della coscienza, cosa che è accompagnata dal disorientamento, l'impulsività  ed uno stato ansioso; talora sono presenti stati di delirio ed allucinazioni di tipo persecutorio. Tali condizioni sono molto somiglianti a quelle psichiche degli epilettici.In questo stato l'ubriaco può commettere ogni tipo di azione violenta: ferimenti, violenza carnale, omicidio, suicidio.L'accesso dell'ebrezza insorge improvvisamente ed è generalmente di breve durata, da pochi minuti a qualche ora, e termina talora con un attacco epilettico, ma per lo più con un sonno profondo da cui il soggetto si risveglia con la mancanza totale del ricordo di quanto è accaduto nel periodo di durata dell'ebbrezza.

L'eccesso nel consumo di alcoolici non in tutti i soggetti provoca la medesima reazione: in individui predisposti può causare un semplice attacco convulsivo epilettico, mentre in altri può portare a stati psicotici, quali crisi di confusione mentale, allucinazione e deliri, che hanno la durata massima di alcuni giorni dopo i quali scompaiono completamente.Aspetti importanti dell'intossicazione acuta sono costituiti da una iperemia generalizzata, edema del S.N.C, (causato della fuoriuscita di acqua e di elettroliti dalla cellula nervosa), emorragie di piccole proporzioni nel tessuto celebrale e nella pia madre (uno dei trà© foglietti che costituiscono la meninge).

Autore: Redazione Medicina33.com