Sezione: Pediatria

L'importanza del contatto con la natura per il bambino tra mare e montagna.

L'importanza del contatto con la natura per il bambino tra mare e montagna. II bambino cresce in due mondi: il mondo fatto dall'uomo nel corso della sua storia, ossia quello della civiltà , e il mondo preesistente e coesistente all'uomo, cioè quello della natura. Il sole e le stelle, la pioggia e il vento, le piante e gli animali, i sassi e la terra, i boschi e i campi, il paesaggio: tutti questi aspetti della natura eccitano l'immaginazione e la curiosità  del bambino, soprattutto di quello che abita in città  dove migliaia di artificiose attrattive assorbono quasi interamente la sua attenzione. Il bambino è portato a simpatizzare con la natura, a trattarla con ingenua confidenza. Ma se i genitori, gli adulti in genere e la madre in particolare, gli incutono avversione o timore per tutto ciò che in giardino, in un prato o in un bosco cammina, striscia, salta, vola, fanno opera diseducativa, deformano la sana tendenza infantile a provare interesse per il mondo della vita. E il bambino portato a distruggere fiori, a essere crudele verso gli animali deve venire educato, fin dalla prima infanzia, al rispetto per tutte le cose viventi. D'altra parte, i genitori devono insegnare al bambino a distinguere gli animali innocenti da quelli pericolosi e a non provocare le loro manifestazioni di difesa come punture, graffi, morsi. Gli stessi animali domestici cani, gatti, uccelli non devono essere trattati con troppa confidenza perché possono essere portatori di malattie trasmissibili a bambini e adulti, sia attraverso un contagio diretto, sia a causa di insetti parassiti, sia per graffi o per morsi.

Nella prima infanzia, la vita di spiaggia, l'esposizione del corpo nudo all'aria e al sole giovano molto; il bagno di mare è solo un complemento, anzi è controindicato soprattutto se si tratta di un lattante. Si può però ricorrere all'accorgimento di raccogliere l'acqua di mare in una vaschetta, esporla al sole sulla spiaggia in modo che si riscaldi a circa 37 gradi e quindi immergere per qualche minuto il bambino. Quando egli è in grado di camminare pur sorvegliandolo assiduamente, bisogna lasciarlo in libertà  sulla spiaggia, non obbligarlo a immergersi se si dimostra timido e pauroso, non deriderlo né rimproverarlo, ma permettergli di fare da solo la sua conoscenza con il mare. All'inizio, gli si conceda non più di un bagno al giorno e soltanto se il mare è tranquillo, se non tira un forte vento e se il cielo non è coperto. Immersione rapida, durata del bagno 10-15 minuti. Se il bambino è colto dal secondo brivido (il primo, normale, è quello che prova al momento dell'immersione), se trema e batte i denti, se diventa pallido o cianotico, bisogna toglierlo immediatamente dall'acqua, asciugarlo rapidamente, vestirlo, esporlo al sole e dargli una bevanda calda. Molto importante, per evitare disturbi di vario genere, è l'acclimatazione del bambino:per due o tre giorni, deve stare poco tempo sulla spiaggia ed esporre gradualmente il corpo al sole. Anche la scelta della località  marina non è da trascurare; le spiagge scoperte, scogliose e molto ventilate sono indicate per i bambini depressi, anemici, convalescenti. Quelle riparate, sabbiose, poco ventilate per i bambini nervosi, linfatici e deboli.

Il clima di collina (fra i 700 e i 1000 metri di altezza è generalmente il migliore per la prima infanzia, in estate, e in particolare per i lattanti ad allattamento artificiale, per quelli affetti da crosta lattea o con tendenza alla diarrea. Il clima montano, specialmente quello alpestre o delle conifere (fra i 1300 e i 1800 metri) è un rimedio per la pericolosa diarrea estivo-autunnale del lattanti. La montagna, oltre che irrobustire i bambini sani, giova a quelli anemici, rachitici, adenoidei, convalescenti di malattie infettive acute. Anche l'inverno è propizio per il soggiorno dei bambini in montagna. La zona da preferire è quella delle conifere, con buona esposizione al sole, aria sana e pura, poco vento, pendii dolci e ampie distese di neve. Il clima alpino invernale e molto stimolante , per la respirazione, la circolazione sanguigna, il ricambio e l'appetito. Per questo giova in modo particolare ai bambini stanchi, depressi, con inappetenza abituale, convalescenti, adenoidei, anemici. In inverno, come d'estate, occorre però fare attenzione che le attrattive della montagna non affatichino il bambino. Si può fargli praticare gli sport invernali, è in grado di imparare a sciare già  tra i due e i tre anni ma con molta prudenza. In ogni caso prima di scegliere il soggiorno per le vacanze a mare o lago, montagna o collina è sempre bene chiedere il consiglio del medico.

Autore: Redazione Medicina33.com