Sezione: Pediatria

L'atteggiamento aggressivo non deve permettere al piccolo di raggiungere i suoi scopi

L'atteggiamento aggressivo non deve permettere al piccolo di raggiungere i suoi scopi

Di fronte a un bambino che morde, i genitori si domandano se il piccolo abbia per natura un brutto carattere e se da grande si trasformerà in una persona aggressiva. Si tratta però di timori infondati. Gli psicologi considerano l’aggressività uno strumento per far valere i propri diritti. Per un adulto, il controllo dell’aggressività nei rapporti interpersonali di norma è un fatto acquisito. Il bambino piccolo, invece, non avendo ancora competenze verbali adeguate, non ha altri mezzi per dimostrare il disappunto e i desideri.

Il mordere, in particolare, è uno dei primi strumenti che il bambino ha per esplorare il mondo.

Già dai 6-8 mesi di vita, il lattante porta tutto alla bocca: questo è il suo modo per scoprire e riconoscere gli oggetti. Il passaggio dal succhiare al mordere comporta un nuovo atteggiamento difronte alla realtà. Succhiare significa assimilare, accettare, mentre mordere significa affrontare, avere un atteggiamento attivo nei confronti del mondo.

A 10 mesi, il bambino attraversa una fase in cui vorrebbe fare moltissime cose, ma non sempre ci riesce. Spesso i suoi tentativi non approdano a nulla: cerca di raggiungere un oggetto e non ci arriva, vuole bere dal bicchiere e si rovescia tutta l'acqua addosso. Spesso sono i genitori a impedirgli i movimenti, allontanandolo da oggetti e situazioni pericolose. Il piccolo non è ancora in grado di protestare a viva voce, perché non sa parlare. E per dimostrare la sua rabbia usa la bocca o le mani.

Come comportarsi

Se un lattante per caso sbatte le manine, graffia o tenta di mordere e vede che suscita l'interesse degli altri, ripeterà il gesto per ottenere nuovamente attenzione. Evitate quindi di ridere o di stare al gioco e fate in modo tale che anche le persone che gli stanno intorno si comportino allo stesso modo. Se avete il vezzo di mordicchiare il bambino, cercate di non farlo più: il piccolo non è in grado di capire la differenza tra morsi affettuosi e morsi aggressivi.

REGOLE FONDAMENTALI

Di fronte a un bambino che morde tira calci, gli psicologi concordano nello stabilire 3 regole fondamentali.

É essenziale far capire al bambino che non è lui che rifiutate, ma il suo comportamento.

L'atteggiamento aggressivo non deve permettere al piccolo di raggiungere i suoi scopi.

É necessario evitare di reprimere l'aggressività  con colpetti sulla bocca o sulle manine, insulti e castighi. Picchiare un bambino per insegnargli a non picchiare rafforza in lui l'idea che vince il più forte. Inoltre, il bambino si sentirà “cattivo”. Piuttosto impeditegli, anche fisicamente, di continuare, con fermezza e affetto.

In genere, basta la reazione istintiva della mamma che allontana di colpo il bambino dal seno per fargli capire che non deve più mordere il capezzolo durante la poppata. Se tuttavia il piccolo non dovesse smettere, potete dir-gli con fermezza: "Non fare così, mi fai male".

Se il bambino è nella fase in cui mastica e mette in bocca tutto, piuttosto che negargli questo suo modo naturale di scoprire e conoscere gli oggetti, offritegli dei giocattoli che possono essere morsi, tipo anelli digamma dura o forme di plastica.

Per prevenire la tendenza a mordere del piccolo, non tenete il piccolo addormentato attaccato al seno. Dopo i 6 mesi, fin dalle primissime manifestazioni di aggressività nei confronti di adulti o di altri bambini è importante far comprendere al piccolo 2 principi.

Primo, che capite le sue esigenze e i suoi sentimenti e che questi sono del tutto legittimi. Questo si ottiene parlandogli: "Sei arrabbiato, vero?", "Vorresti tenere in mano gli occhiali del papa?”, “Non hai voglia di andare a dormire...", "Ti piacerebbe che mi fermassi a giocare con tè...". La capacità del bambino di capire inizia molto prima della capacità di parlare.

Secondo, che non accettate che si comporti in questa maniera e che esistono modi alternativi di esprimere desideri ed emozioni, nel rispetto degli altri.

Se sentirà che siete vicini a lui e che lo comprendete, sarà  più facile insegnargli a relazionarsi in modo corretto con le persone che lo circondano. Il bambino, infatti, si sentirà rispettato e capirà che non siete contro di lui, ma con lui: sarà  quindi più disponibile ad accettare i limiti che gli ponete .



Autore: Redazione Medicina33.com