Sezione: Descrizione dei disturbi funzionali del cervello e del sistema nervoso

L'attacco di epilessia puಠassumere diverse forme, secondo la posizione e l'estensione della zona di tessuto cerebrale interessata.

Esistono numerose forme di epilessia, ciascuna con sintomi caratteristici. Indipendentemente dalla forma, la malattia deriva da un problema funzionale nel sistema di comunicazione delle cellule nervose del cervello. Normalmente queste cellule comunicano inviando piccoli segnali elettrici avanti e indietro. In alcune persone affette da epilessia, i segnali che provengono da un gruppo di cellule nervose talvolta diventano troppo intensi, tanto da travolgere le parti vicine del cervello. E questa scarica elettrica improvvisa ed eccessiva a determinare il comportamento noto come attacco epilettico. L'attacco può assumere diverse forme, secondo la posizione e l'estensione della zona di tessuto cerebrale interessata.Non si sa ancora che cosa provochi l'alterazione del sistema di comunicazione del cervello nella maniera sopra descritta o perchè essa si verifichi in maniera ricorrente in alcune persone. Importanti ricerche, che comprendono lo studio di molti pazienti, hanno dimostrato che circa 2 epilettici su 3 non presentano alcun difetto strutturale accertabile o identificabile nel cervello. Per quanto riguarda il terzo rimanente, l'affezione in generale può essere attribuita a un disturbo di base. come una lesione cerebrale al momento della nascita, un grave danno alla testa o un'infezione dei tessuti cerebrali. Molto di rado (specialmente se l'epilessia si manifesta per la prima volta nell'età  adulta) questa affezione può essere provocata da un tumore al cervello.

Quali sono i sintomi?
Il sintomo di base dell'epilessia è rappresentato da una breve fase anormale di comportamento, nota comunemente come attacco o convulsione. É importante rendersi conto che un singolo episodio del genere non indica che siete malati di epilessia. Per definizione gli attacchi epilettici sono ricorrenti. Fra le numerose forme di questa malattia, bisogna segnalare due tipi principali: il piccolo e il grande male.Il piccolo male è una malattia dell'infanzia che normalmente scompare dopo la tarda adolescenza. Il vostro bambino probabilmente soffre di questa forma di epilessia se. di tanto in tanto, improvvisamente rotea gli occhi per qualche secondo (talvolta fino a mezzo minuto), interrompendo qualsiasi attività  che egli stia svolgendo in quel momento. Durante l'intervallo di vuoto il paziente non si rende conto di ciò che sta avvenendo. può esservi qualche scuotimento della testa o del braccio, ma i bambini affetti da piccolo male in generale non cadono a terra durante questo tipo di convulsione. Quando essa termina. continuano a fare ciò che facevano prima come se nulla fosse accaduto, spesso senza rendersi conto di avere avuto un breve momento di vuoto.Il sintomo più caratteristico del grande male è rappresentato da un attacco in cui il paziente, privo di conoscenza, cade a terra. tutto il corpo si irrigidisce, spesso si contrae o si scuote in maniera incontrollabile. Questo attacco può durare parecchi minuti e di solito è seguito da un periodo di sonno profondo o di confusione mentale. Durante l'attacco alcuni pazienti perdono il controllo della vescica ed eliminano liberamente le urine.In molti casi il paziente si accorge dell'imminente attacco perchè ha delle strane sensazioni prima di perdere conoscenza. Questo segnale di allarme, che è noto come "aura". può verificarsi subito prima dell'attacco o anche parecchie ore prima. Esso può essere costituito semplicemente da un senso di tensione e da qualche altra sensazione non ben definita, ma alcuni pazienti hanno delle aure molto precise, per esempio l'impressione di sentire odori sgradevoli, di udire suoni particolari, di avere una visione distorta o una altra strana sensazione fisica, in particolare allo stomaco. In ogni caso molti epilettici imparano a riconoscere la loro aura particolare, il che può permetter loro di avere il tempo di evitare gravi incidenti.Altri tipi di epilessia sono assai meno comuni del piccolo e del grande male. Uno di questi è l'epilessia "focale". Una persona affetta da epilessia focale non perde necessariamente coscienza; l'attacco inizia con una contrazione incontrollabile di una piccola parte del corpo, che si diffonde gradualmente. Per esempio il pollice di una mano comincia a contrarsi, seguito dalla contrazione di tutto il braccio e poi del resto di quella parte del corpo, dopo di che vi può essere un attacco più generalizzato.Un altro tipo di epilessia è quella del "lobo temporale", cosi chiamata per la parte del cervello in cui si scatena l'anormale attività  elettrica. Un sofferente di epilessia del lobo temporale avrà  probabilmente un'aura della durata di pochi secondi. Poi, senza rendersi conto, il paziente, compirà  qualcosa del tutto al di fuori del suo carattere: avrà  un improvviso scoppio d'ira o un accesso di riso incontenibile o interromperà  l'attività  che stava svolgendo rimanendo assorto, del tutto assente, Strani movimenti di masticazione della bocca possono verificarsi per tutta la durata di questi episodi.

Quanto è frequente il problema?
In Italia, le ricerche mediche dimostrano che circa 1 persona su 200 è epilettica. Entrambi i sessi sono ugualmente predisposti alla malattia, che sembra comparire in diversi mèmbri della stessa famiglia. Il piccolo male si verifi. ca solo nei bambini e l'epilessia in generale e più comune nei bambini che negli adulti. ciò in parte è dovuto al fatto che in alcuni bambini la malattia scompare prima dei 20 anni.Va sottolineato che attacchi febbrili isolati, non ricorrenti (e quindi non epilettici), che sono molto comuni fra i bambini, possono essere causati da un'infezione. L'epilessia focale fa eccezione alla regola secondo cui l'epilessia è più comune fra i bambini; infatti è più frequente nelle persone di mezza età  e negli anziani.

Quali sono i rischi?
Fortunatamente la moderna farmacoterapia tiene sotto controllo la maggior parte delle forme di epilessia e gli epilettici in generale possono svolgere una vita praticamente normale. Tuttavia se si verificano attacchi occasionali (di solito perchè la malattia non è adeguatamente curata), vi è un evidente pericolo che essi possano verificarsi nel posto sbagliato e nel momento sbagliato. Se il vostro attacco non è ben controllato, potete rischiare la vita- la vostra e quella di altri se per esempio siete su una scala a pioli, se manovrate macchinari pericolosi o guidate un'automobile. In Italia, per esempio, non viene concessa la patente di guida agli epilettici riconosciuti tali. In altri paesi, tra cui la Gran Bretagna, la patente viene concessa anche all'epilettico purchè sia comprovato che non abbia avuto attacchi durante la giornata per almeno trà© anni e sia costantemente in cura.Anche in un posto sicuro possono avvenire incidenti a una persona che abbia un attacco epilettico. La chiusura della mandibola, per esempio, può provocare una morsicatura accidentale della lingua e una contrazione inconscia del corpo può creare un contatto pericoloso con oggetti acuminati.Convulsioni incontrollate ricorrenti notoriamente hanno provocato danni cerebrali permanenti, ma il trattamento efficace ha reso questo rischio estremamente raro.

Che cosa fare?
Se ritenete che un membro della vostra famiglia possa essere epilettico, consultate il medico, che desidererà  avere una completa descrizione delle convulsioni e dei particolari relativi alla frequenza, sia dall'osservatore che dal paziente. Se non vi sono state recenti malattie o lesioni di natura tale che potrebbero giustificare attacchi, il medico probabilmente diagnosticherà  questa forma come epilessia sulla base dei fatti riferiti. In qualche caso si effettuerà  un elettroencefalogramma (EEG) per confermare la diagnosi. E se vi è la possibilità  che la manifestazione di tipo epilettico sia stata causata da un'infezione o da qualche lesione cerebrale identificabile. si possono effettuare anche una radiografia del cranio, esami del sangue e forse una TAC. Alcuni dei controlli possono essere fatti in ospedale sotto la direzione di un neurologo.

Qual è il trattamento?
Auto-aiuto: Se uno dei vostri familiari è affetto da epilessia e prende dei t'armaci per curarla, assicuratevi che i tarmaci vengano presi esattamente secondo le prescrizioni del medico.Una volta confermata la diagnosi di epilessia, cercate di mettervi in con tatto con le eventuali associazioni locali per la lotta contro l'epilessia . Queste associazioni forniscono consigli e assistenza per gli epilettici e le loro famiglie. Chiedete a loro o al vostro medico le modalità  per ottenere una medaglietta o una targhetta che indichino il vostro stato di epilettico, nel caso che siate colpiti da attacchi imprevisti. Vi sono anche cartellini che portano il numero di telefono o i consigli sulle misure da adottare per coloro che assistono l'epilettico. Portate tali contrassegni sempre con voi. Non vergognatevi di dire ai vostri compagni di scuola o di lavoro che siete affetti da epilessia. Chi assiste per la prima volta a una crisi epilettica si spaventa, ma si spaventerebbe molto meno e potrebbe essere di aiuto se sapesse in anticipo che potreste avere un attacco di epilessia in sua presenza.

Intervento medico:
Tranne in casi relativamente rari di epilessia provocata da un danno cerebrale curabile, da tumori o infezioni, l'epilessia non può essere guarita, Tuttavia l'impiego regolare, appropriato, di anti-convulsivanti impedisce che i pazienti abbiano crisi, e Poichè circa un terzo degli epilettici non hanno più crisi o ne hanno meno col crescere dell'età , la cura coi tarmaci viene interrotta o "adattata" secondo le circostanze.I farmaci del genere sono numerosi e il medico vi prescriverà  quelli più adatti. Dovrete prenderli a intervalli regolari e probabilmente per tutta la vita se soffrite di attacchi persistenti.Talvolta gli anticonvulsivanti hanno spiacevoli effetti collaterali, specie se presi in quantità  eccessive. Perciò il medico dovrà  visitarvi di tanto in tanto e forse vi farà  fare esami del sangue per controllare se prendete la dose giusta del farmaco prescritto. Se questo non dovesse risultare pienamente efficace, il medico potrà  aumentare la dose o provare con un tipo diverso di anticonvulsivante. Se la vostra condizione è chiaramente dovuta a una malattia sottostante, va da sà© che dovrà  essere curata anche questa.Come aiutare una persona colpita da attacco epiletticoAlcuni attacchi di epilessia consistono in momenti di assenza, durante i quali il corpo del soggetto resta del tutto immobile. Se qualcuno ha un simile attacco in vostra presenza, guidate il paziente verso un posto sicuro . Il consiglio vale anche per i casi di epilessia del lobo-temporale, in cui. invece di cadere a terra, la persona può avere soltanto atteggiamenti strani: ricordate soltanto che il paziente, indipendentemente da quanto è o può sembrare presente, in realtà  non si rende conto di ciò che sta facendo e non deve essere rimproverato, ma allontanato con dolcezza dal punto di pericolo.Una persona colpita da un attacco di grande male comincerà  a contrarsi o inarcarsi e può anche cadere a terra. In tal caso adottate queste misure:
1. Guidate la persona in un posto sicuro soltanto se si trova in pericolo immediato, come per esempio su una scala. Altrimenti, non tentate di muoverla.
2. Spostate gli oggetti vicini all'epilettico
3. Gli attacchi durano in genere solo 1 minuto o 2. Se l'attacco continua per più di 3 minuti o se inizia un altro attacco qualche minuto dopo il primo, chiedete immediatamente l'aiuto del medico. L'epilettico può avere con sà© un cartellino che indichi i dati relativi alle misure da adottare.
4. Molti epilettici si addormentano dopo un attacco. In tal caso lasciate che la persona si svegli naturalmente. Se possibile, spostatela in un luogo tranquillo, in modo da permetterle un sonno indisturbato.Si pensa comunemente che la cosa principale da fare per gli epilettici in convulsioni sia quella di spingere loro a forza qualcosa tra i denti per impedire che si mordano la lingua. Evitate questa manovra, che potrebbe danneggiare la bocca del paziente.

Autore: Redazione Medicina33.com