Sezione: Pneumologia

Il fumo di sigaretta espone fumatori e non fumatori al rischio di tumori.

Oltre duemila sostanze nocive contenute nel fumo di tabacco sono responsabili dei numerosi danni prodotti dall'uso di sigarette. L'azione principale di tali composti i più importanti dei quali sono la nicotina, il catrame, l'ossido di carbonio e alcune nitrosamine - si esercita sull'apparato respiratorio, ma diversi effetti sono risentiti anche da altri organi, primo tra i quali il cuore; notevoli sono poi le conseguenze del fumo sulla gravidanza. Le più comuni malattie provocate dal consumo di tabacco nell'apparato respiratorio sono la bronchite cronica e l'enfisema, che risultano 20 volte più frequenti nei fumatori rispetto al resto della popolazione. La loro insorgenza viene favorita dall'azione di alcune sostanze irritanti presenti nel fumo di sigaretta: queste bloccano, tra l'altro, i movimenti grazie ai quali le cellule che tappezzano l'albero respiratorio riescono, in condizioni normali, a portare verso l'esterno le sostanze estranee penetrate con la respirazione; esse provocano anche un aumento della secrezione di muco - inducendo la formazione di catarro - e riducono la sensibilità  agli odori e ai sapori delle mucose di naso e bocca.

L'effetto più temibile del fumo è rappresentato comunque dal rischio di tumori, che possono svilupparsi in diversi punti dell'apparato respiratorio:provocati soprattutto dal catrame, essi colpiscono più spesso i polmoni, ma possono manifestarsi anche alla faringe, alla laringe, all'esofago, alla bocca; malattie tumorali sembra possano essere indotte dal fumo anche a carico della vescica, del pancreas e del rene. Per quanto riguarda il rischio di cancro al polmone, le statistiche dimostrano che ogni 100 mila persone poco più di trà© muoiono per questa malattia tra i non fumatori, circa 55 tra coloro che fumano meno di 20 sigarette al giorno e oltre 217 tra chi ne fuma più di 40.

Complessivamente la mortalità  tra i fumatori risulta circa doppia rispetto a quella che si ha tra i non fumatori; ciò è dovuto non solo all'incremento nel numero di tumori, ma anche ai danni notevoli del fumo sul cuore e sull'apparato cardiocircolatorio, tanto che il rischio di un attacco cardiaco risulta raddoppiato. Il cuore, in particolare, può risentire negativamente dellealterazioni subite dai polmoni, che rendono necessario un suo superlavoro; esso può inoltre venire danneggiato da modificazioni prodotte dal fumo sulle coronarie. Il fumo può favorire inoltre l'insorgenza dell'arteriosclerosi, determinare (a causadell'azione esercitata dall'ossido di carbonio) un aumento dei globuli rossi, esaltare la tendenza all'aggregazione delle piastrine - creando il rischio di trombosi - e provocare infiammazioni tali da generare ostruzioni alle piccole e medie arterie. Possibili conseguenze del consumo di tabacco sono poi costituite da disturbi gastrointestinali - che possono arrivare all'ulcera e alla gastrite - e da alterazioni della vista.

Effetti particolari possono essere determinati dalle sigarette nelle donne: il fumo sembra infatti possa anticipare la comparsa della menopausa, e l'associazione tra tabacco e pillola anticoncezionale aumenterebbe di cinque volte il rischio di infarto cardiaco. I principali problemi riguardano però la gravidanza: il fumo ritarda infatti la crescita del feto, tanto che si è osservata una riduzione di peso di 150-200 grammi nei neonati di donne che fanno uso di sigarette; gli aborti e i parti prematuri sono inoltre più comuni nelle fumatrici che nelle non fumatrici. I figli di donne abituate al fumo, inoltre, sono spesso più inquieti del normale, e si attaccano più tardi e con maggiore difficoltà  al seno.

Nei primi 6-7 anni sono soggetti con maggiore frequenza a ricoveri, e la loro tendenza a contrarre infiammazioni dell'apparato respiratorio è più accentuata che negli altri bambini; a scuola, infine, essi presentano spesso un rendimento non soddisfacente. Molti di questi fenomeni sono da collegare anche all'aspirazione di sostanze tossiche cui i piccoli vengono costretti dalla vicinanza di una persona che fuma. La rinuncia alle sigarette sarebbe dunque necessaria da parte delle mamme, almeno durante la gravidanza e nei primi anni di vita dei figli, indispensabile è poi l'astensione dal fumo per le donne che intendono allattare i figli al seno: molte sostanze contenute nella sigaretta passano infatti nel latte materno, con possibili danni al fegato e al sistema nervoso del bambino; non riuscendo a smettere di fumare, è dunque opportuno ricorrere all'allattamento artificiale.

Autore: Redazione Medicina33.com