Sezione: Farmaci

I farmaci anticoagulanti vanno usati sotto diretto controllo, per evitare emorragie.

I farmaci anticoaugulanti sono farmaci inibenti la coagulazione del sangue. Il loro meccanismo d'azione determina un difetto della coagulazione simile a quello di certi stati patologici; per questo il medico deve sorvegliare costantemente l'uso di questi tarmaci considerando la terapia anticoagulante alle soglie di uno stato emorragico. Gli anticoagulanti sono stati introdotti in medicina da circa trent'anni.Prototipo può essere considerata l'eparina, anticoagulante fisiologico, scoperta accidentalmente nel corso di ricerche su nuovi fattori coagulanti: essa è un mucopolisaccaride, che si ritrova particolarmente nei mastociti (le mastzellen di Herlich), elementi cellulari presenti ovunque nell'organismo.
É così chiamata perchè si credeva fosse localizzata nel fegato. É provato che l'eparina svolge nell'organismo due funzioni fondamentali: quella anticoagulante appunto e quella di interferire nella regolazione delle lipoproteine plasmatiche, facilitandone la dispersione e la solubilizzazione (formazione di lipoproteine ad alto contenuto proteico detta "chiarificazione"). Secondo le ipotesi più attendibili e recenti l'eparina interferisce in tutti gli stadi della coagulazione: a) ostacola la conversione della protrombina in trombina; b) ostacola la formazione di tromboplastina e rende inattiva quella presente; e) ostacola la formazione della fibrina; d) si oppone all'agglutinazione delle piastrine.
I farmaci anticoagulanti sia diretti, come appunto l'eparina e i suoi derivati, sia indiretti come la cumarina, esercitano la loro azione per più giorni e non possono essere fermati; vanno quindi usati sotto diretto controllo, per evitare emorragie. Sono assolutamente controindicati nelle ulcere, nelle malattie epatiche e renali, durante la gravidanza e l'allattamento. Sono invece indicati nella prevenzione delle trombosi, delle embolie polmonari, nell'infarto del miocardio ecc.

Autore: Redazione Medicina33.com