Sezione: Fitoterapia

I benefici delle erbe si esplicano sia per via esterna (cataplasmi, impacchi, bagni, pediluvi etc.) sia per via interna, cioè bevendo infusi, succhi o decotti

I benefici delle erbe si esplicano sia per via esterna (cataplasmi, impacchi, bagni, pediluvi etc.) sia per via interna, cioè bevendo infusi, succhi o decotti

La pratica dell'auto-curazione mediante l'utilizzo di erbe continua a essere diffusa e, in molti casi, rappresenta una terapia valida che può competere efficacemente con l'impiego di farmaci sintetici. Le piante medicinali, spesso chiamate semplicemente "erbe", contengono sostanze note come "principi attivi", in grado di influenzare l'organismo. I rimedi derivati da queste piante non solo vengono impiegati per trattare disturbi organici, ma trovano anche applicazione in cosmesi e in una vasta gamma di disturbi di origine psicologica, come l'insonnia, gli stati ansiosi e il nervosismo.

I benefici delle erbe possono essere sperimentati sia attraverso applicazioni esterne, come cataplasmi, impacchi, bagni e pediluvi, sia mediante l'assunzione interna, bevendo infusi, succhi o decotti. Tuttavia, è importante notare che l'autotrattamento è consigliato solo per disturbi lievi; in caso di disturbi più gravi, è prudente consultare un esperto fitoterapista. Le erbe agiscono in modo differito rispetto ai farmaci sintetici, non fornendo un sollievo immediato dai sintomi, ma piuttosto agendo nella prevenzione ed eliminazione delle cause alla base della malattia. La loro azione è generalmente più lenta e richiede costanza e pazienza da parte di chi le utilizza.

In alcuni casi, è stato osservato che i rimedi vegetali possono essere più efficaci e rapidi rispetto a quelli chimici. Durante la guerra in Vietnam, ad esempio, i medici americani notarono che le ferite trattate con cataplasmi di erbe da parte dei soldati vietnamiti guarivano più velocemente di quelle trattate con antibiotici. Anche in Inghilterra, la notizia di una ferita infetta guarita con l'applicazione di strisce di papaya, dopo che gli antibiotici si erano rivelati inefficaci, fece scalpore.

È interessante notare che la medicina ufficiale riconosce le straordinarie proprietà di alcune sostanze presenti nelle piante, come la digitalina per il cuore, la belladonna come antispasmodico e l'oppio come narcotico. Le erbe contengono queste sostanze in forma naturale, che spesso vengono utilizzate per la produzione di farmaci di sintesi. Le teorie sulle modalità d'azione delle erbe sono diverse, da quelle delle "fitostimoline" di Filatov all'effetto delle vibrazioni sul sistema nervoso autonomo.

La raccolta delle erbe deve avvenire nel "tempo balsamico", ovvero quando la presenza dei principi attivi è massima. Le condizioni ideali per la raccolta includono tempo asciutto e evitare di raccogliere al mattino quando le foglie sono ancora bagnate di rugiada. La scelta del momento giusto per la raccolta varia in base alla parte della pianta (fiori, foglie, radici), al terreno, alla luce, all'umidità, all'età e allo sviluppo della pianta, alla stagione e all'ora del giorno.

La dissecazione delle piante può avvenire stendendole su fogli di carta pulita in uno strato sottile o appendendole in piccoli mazzi in un luogo ombroso e ben aerato. La rapidità della dissecazione influisce sulla qualità del prodotto finale. Alcuni principi attivi, come gli oli essenziali, richiedono un trattamento particolare per evitare la volatilizzazione al sole. L'uso di apparecchi elettrici o temperature controllate è consigliato per alcune piante.

La raccolta delle diverse parti della pianta (steli, foglie, fiori, radici, ecc.) richiede attenzione e rispetto dei tempi balsamici specifici per ogni specie. La preparazione delle erbe e la corretta dosificazione sono fondamentali, poiché alcuni principi attivi possono essere velenosi in dosi elevate, nonostante abbiano effetti stimolanti o sedativi in quantità ridotte. La scelta della pianta giusta e l'adozione di precauzioni durante la raccolta sono cruciali per garantire un utilizzo sicuro ed efficace delle erbe medicinali.



Autore: Redazione Medicina33.com