Sezione: Riabilitazione

Fanghi, sabbiature, geoterapia vengono impiegati contro malattie reumatiche, dermatologiche o digestive e per trattamenti estetici.

Oltre ad essere gli elementi che consentono la vita, l'acqua, l'aria, la terra e il calore vengono spesso usati come base per vere e proprie terapie, nelle quali vengono sfruttate soprattutto le proprietà  fisiche o chimiche.

Fanghi (Peloidoterapia)
É la terapia basata sui peloidi, cioè sui fanghi, sia su quelli propriamente detti, costituiti cioè dall'impasto di argilla e acque termali, che si forma nei bassifondi marini e lacustri, sia i cosiddetti limi sapropeli, sia le torbe (residui vegetali che costituiscono il primo stadio del carbone) sia, infine, le terre curative prive di acqua come l'argilla e le sostanze composte per lo più da materie organiche come le muffe.Conosciuta già  nell'antichità , la cura con i fanghi veniva praticata dagli egiziani per guarire, genericamente, le malattie più varie, e dai romani che la utilizzavano nella terapia delle malattie articolari e ossee e come rimedio contro il dolore. L'efficacia terapeutica dei fanghi, che sono ricchi di sostanze minerali attive e, nel caso delle torbe, anche di sostanze simili agli ormoni e alle vitamine, è dovuta in gran parte alla loro capacità  di trattenere l'acqua e il calore e di trasferirli al malato. L'aumento di calore che producono nel corpo contribuisce ad aumentare il metabolismo basale, a stimolare la distruzione dei coaguli sanguigni, a rafforzare i meccanismi di difesa che combattono batteri e virus . La capacità  curativa dei peloidi non è però dovuta soltanto alla ipertermia. Recenti esperimenti hanno mostrato infatti come la maggior parte dei fanghi siano in grado di esercitare un'efficace azione chimica sull'organismo.La peloidoterapia è oggi impiegata con successo nelle malattie reumatiche, ginecologiche, dermatologiche e digestive; è invece da evitare in presenza di cardiopatie.

Geoterapia
Anche la terra ha la sua efficacia curativa. Ha tra le tante virt๠quella di uccidere i microbi, di eliminare le infiammazioni, di curare con successo malattie come pleurite e calcoli. Le terre a maggiore efficacia terapeutica sono l'argilla, il gesso e le terre arricchite di sostanze organiche come le topinare (buttate cioè dalle talpe in superficie dopo essere state "rosicchiate"). Tutte contengono calce e ferro, sostanze dotate di importanti virt๠terapeutiche.Impiegata, da sempre, a uso esterno e interno, dalla medicina popolare, la geopatia deve il suo riconoscimento da parte della medicina ufficiale ad Adolf Just che, nei primi decenni del secolo scorso, elaborಠun'impegnativa teoria condensandola in una voluminosa opera intitolata La terra come medicinale. La teoria di Just (che ha lasciato peraltro piuttosto perplessi gli studiosi "ortodossi" e che parte dal principio che la malattia sia causata da un logoramento dell'energia vitale) è che la terra (ricca di radio, "principio fisico universale"), abbia in sà© la capacità  di fornire all'organismo l'energia mancante. Come? Una volta ingerita, questa sostanza si dirige da sola verso l'organo malato, cioè quello più bisognoso di forza vitale, e gli fornisce l'energia mancante, mettendo così in grado il paziente di combattere la malattia.

Idroterapia
Indica genericamente qualunque terapia basata sull'acqua, dalla talassoterapia alle cure con acque termali, dalla sauna al bagno turco .In medicina alternativa il termine indica più precisamente il cosiddetto metodo Kneipp, terapia messa a punto nel 1860 dall'abate austriaco Sebastian Kneipp e successivamente utilizzato in stabilimenti idroterapici o termali sorti in Austria, in Inghilterra e in Italia.Il principio affermato da Kneipp - una rielaborazione di quanto già  enunciato qualche decennio prima da Vinzenz Priessinz - è che l'acqua, a contatto col corpo, ha una funzione di stimolo in quanto agisce, attraverso la cute, sul sistema neurovegetativo (attivando la capacità  vitale delle cellule). Questo risultato viene ottenuto in maniera più efficace se si introduce nella terapia dell'acqua l'alternanza di caldo e freddo, che dilata e restringe i capillari favorendo una sorta di ginnastica dei vasi sanguigni e dei tessuti. Si passa in successione, per varie volte, da una vasca con temperatura di circa 40° a una con acqua a 15°.Altra applicazione del metodo Kneipp sono la idro-deambulazione (che consiste nel camminare scalzi nella rugiada) e il camminare sulla neve.Tuttora poco considerato dalla medicina ufficiale (probabilmente per la mancanza di un verificabile fondamento scientifico), il trattamento di Kneipp si è dimostrato efficace nella cura di alcuni disturbi cardiaci, vascolari e circolatori, per l'esaurimento nervoso, la gotta e il diabete, per le malattie ginecologiche.

Sabbiature
É un tipo di terapia semplice e naturale:consiste nel tenere per un certo periodo di tempo tutto il corpo, o una parte di esso, coperto con sabbia scaldata al sole. Questo procedimento (psammoterapia) ha la proprietà  di stimolare tutte le funzioni dell'organismo e di aumentarne le difese. Le sabbiature sono particolarmente indicate nelle patologie di ossa, muscoli, articolazioni e in alcune malattie della pelle. I vantaggi sono dovuti all'azione termica e alle proprietà  della sabbia che assorbe l'umidità  della pelle: l'aumento della temperatura corporea accelera il metabolismo basale e provoca una vasodilatazione periferica con aumento della sudorazione e conseguente eliminazione delle tossine.Per poter fare le sabbiature occorre uno spazio ampio su una spiaggia soleggiata e seguire alcune avvertenze, a meno di non trovarsi in uno stabilimento specializzato:è necessario accertarsi che la sabbia non presenti tracce di umidità  per almeno 10 centimetri, quindi scavare una fossa della stessa profondità  e lasciarla scaldare al sole per più di un'ora.Una volta sdraiati nel "letto" di sabbia, ci si fa ricoprire, o si ricopre la parte da trattare, facendo attenzione a tenere all'ombra la testa; durante la sabbiatura è possibile inumidire le labbra, ma è tassativamente proibito bere. La durata delle applicazioni varia dai pochi minuti dei primi giorni a un massimo di un'ora o più; è bene comunque che sia un medico a stabilire la durata del trattamento.

Autore: Redazione Medicina33.com