Capogiri, Acufeni e Ipoacusia: tutto sulla sindrome di Ménière
L’orecchio interno è una struttura complessa e delicata che comprende due componenti fondamentali:
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la coclea, che converte le vibrazioni sonore in segnali elettrici inviati al cervello tramite il nervo acustico;
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il labirinto, responsabile dell’equilibrio e dell’orientamento spaziale.
Quando una di queste strutture viene danneggiata – per infezioni, traumi, malattie degenerative o cause sconosciute – possono insorgere problemi seri come ipoacusia neurosensoriale (perdita dell’udito) e disturbi dell’equilibrio. A differenza dell’ipoacusia trasmissiva, che spesso può essere trattata chirurgicamente o con farmaci, l’ipoacusia neurosensoriale è in genere irreversibile, poiché le cellule danneggiate della coclea non si rigenerano.
Cos’è la sindrome di Ménière?
La sindrome di Ménière è una patologia dell’orecchio interno causata da un aumento del liquido (endolinfa) nel labirinto membranoso. Questo aumento provoca una pressione anomala che può alterare il funzionamento sia del sistema uditivo (coclea) che di quello vestibolare (labirinto), danneggiando le cellule sensoriali.
In circa il 50% dei casi, la malattia interessa inizialmente un solo orecchio, ma può successivamente coinvolgere anche l’altro.
Sintomi principali
Gli episodi della sindrome di Ménière si presentano sotto forma di attacchi, che possono essere:
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Imprevedibili e ricorrenti, con durata variabile da minuti a ore (talvolta anche giorni).
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Vertigini intense e rotatorie, spesso accompagnate da:
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Acufeni (ronzii o fischi nell’orecchio);
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Sensazione di ovattamento o calo dell’udito, in particolare per le frequenze basse;
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Nausea e vomito;
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Sensazione di pressione o pienezza nell’orecchio colpito.
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Con il tempo, i sintomi uditivi possono diventare persistenti, anche nei periodi tra un attacco e l’altro.
Quanto è frequente?
La sindrome di Ménière è relativamente rara: si stima che colpisca circa 1 persona ogni 1.000-2.000 ogni anno. Insorge tipicamente tra i 40 e i 60 anni, con una lieve prevalenza nel sesso femminile.
Quali sono i rischi?
Nei casi più lievi, la malattia può regredire spontaneamente o rimanere stabile nel tempo. Tuttavia, nei casi gravi può portare a:
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Perdita dell’udito permanente;
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Crisi vertiginose invalidanti, con rischio di cadute o incidenti;
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Disturbi psicologici associati, come ansia o depressione.
Cosa fare se compaiono i sintomi
Se soffrite di vertigini ricorrenti o alterazioni dell’udito, è importante consultare un medico ORL (otorinolaringoiatra). La diagnosi si basa su:
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Esame audiometrico;
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Test vestibolari (come VNG o VEMP);
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Risonanza magnetica (RM), per escludere altre cause neurologiche;
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In casi selezionati, esami più approfonditi come la elettrococleografia.
Il trattamento può includere:
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Modifiche alla dieta (riduzione del sale);
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Farmaci diuretici e antivertiginosi;
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Trattamenti intratimpanici;
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In casi severi, interventi chirurgici o riabilitazione vestibolare.
La sindrome di Ménière è una condizione complessa, ma in molti casi gestibile. Una diagnosi precoce e un corretto approccio terapeutico possono migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti.
Autore: Redazione Medicina33.com